La donna al tempo di Gesù (commento a Proverbi 31,10-31)
- creata per dare un “aiuto adeguato”… all’uomo
- invece le aveva dato li frutto proibito: in fondo è la responsabile del male
- il saggio si avvicina a lei con cautela e la tiene sottomessa
- il decalogo del sinai dice: “Non desiderare la moglie del tuo prossimo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo». Un solo comando per lei e il bue!!
- la sua funzione sociale era ben definita: avere figli e servire il marito
- poi c’è la purità rituale: impura durante le mestruazioni e in conseguenza del parto, non bisognava toccarla per non contaminarsi: Gesù fin da piccolo è stato abituato a stare lontano dalla donna in quel periodo, la donna si inculcava cosi che è fonte di impurità, pericolo.
- Giuseppe Flavio, contemporaneo ebreo di Gesù scrive: “secondo la torah la donna è in tutto inferiore all’uomo
- ma è anche considerata vulnerabile, debole e quindi da proteggere dall’aggressione sessuale: per questo era reclusa nel focolare domestico ed esclusa dalla vita pubblica;
- sposa spesso senza essere consultata cambiava semplicemente padrone: il marito lo chiamava “mio signore” (ba’alì) Se moriva il marito era proprietà dei figli o del padre se tornava a casa
- suoi compiti in casa: macinare il grano, cuocere il pane, tessere, filare, lavare volto piedi del suo uomo oltre che soddisfarlo sessualmente
- al di fuori di casa la donna non esisteva, non poteva muoversi da sola
- non erano obbligate a recitare lo “scemà“, non dovevano fare il pellegrinaggio annuale, non dovevano andare al tempio o in sinagoga, non erano accettate da nessuno come discepole
- non venivano istruite
- rabbi Yehuda contemporaneo di Gesù dice: “sii benedetto Signore perché non mi hai creato pagano, non mi hai fatto donna , ne ignorante”
Arriva Gesù e spacca tutto questo!! Il vangelo ne è la prova: e dobbiamo tener presente che tutti i vangeli sono scritti da uomini, con un linguaggio generico (es. quando dice “discepoli” intende “discepoli e discepole” )
DOMANDA: – le donne: ti senti apprezzata e valorizzata dalla tua comunità? e dalla Chiesa in genere? – per gli uomini: persiste in te un senso di superiorità trasmessoci dalla tradizione?